Gli Amori, l’amaro

Frastornato da tardivi quanto graditi impegni, ho fatto passare sin troppo tempo da quando, avendo mancato alla presentazione pesarese del film, ho voluto visionare con calma il risultato del lavoro del mio amico Claudio Venanzini, solerte e intelligente appassionato di cinema, già autore di ottimi quanto numerosi “corti” e altre incursioni sullo schermo. E credo di aver fatto bene, perché Claudio mi si presenta stavolta con un lavoro particolarmente complesso quanto impegnativo, una “commedia”, direi quasi una pochade originale tradotta in cinema, interpretata da simpatici attori dilettanti. Un’impresa seria, anche se il testo è comico, perché coinvolge molti personaggi e un numero notevolissimo, forse anche troppo, di inquadrature o “punti-di-vista” che dir si voglia. Come fare a sparare un giudizio in poche righe? Ci provo. Claudio ormai di cinema “sa tutto” e non c’è certo da insegnargli qualcosa per quanto riguarda la tecnica, il linguaggio, la scelta dei “quadri”, la successione degli ambienti, ecc. Se un amichevole rilievo debbo fargli sarebbe questo: la sua pochade, come tutti i lavori fra comico e grottesco, ha bisogno di tempi rapidi, quasi esasperanti, pena il pericolo di diluirsi sino a sperdersi. Come autore del montaggio, caro Claudio, ti sei troppo innamorato delle tue tante, forse troppe inquadrature, peraltro tagliate e composte molto bene, a scapito del ritmo che talora ci rimette.
Ma a parte questo doveroso rilievo, da amico un po’ saccente, direi che la tua è un’impresa “epica”, un auto-film divertente. Un tuffo nel nuovo che si aggiunge alla rosa dei tuoi coraggiosi e stimolanti lavori. E i miei complimenti ai i tuoi coautori, agli attori e alla troupe!